Oggi ospito un articolo molto interessante di Pierfrancesco Palattella, giornalista pubblicista e web writer. Ci parla di come far giornalismo, utilizzando al meglio le opportunità e gli strumenti che il web ci offre.

Chi l’avrebbe mai detto soltanto qualche anno fa che un giorno saremmo arrivati a questo; ovvero, al fatto che il giornalismo si è legato a doppio filo a concetti estremamente tecnici inerenti il mondo del web.

Una contingenza che nessuno avrebbe potuto prevedere ma che è divenuta, nel tempo, una realtà con la quale fare i conti. D’altra parte siamo nell’era della SEO, figlia diretta del boom della rete che ha letteralmente inondato il web di siti internet.
Ed ecco allora che emergere non è soltanto un vezzo, ma una necessità oggettiva cui non si può rinunciare. D’altra parte, a cosa serve scrivere un buon articolo se poi nessuno lo leggerà perchè non riesce ad emergere sui motori di ricerca?

Come E’ Cambiato il Lavoro del Giornalista

Benvenuti nel giornalismo che potremmo chiamare 2.0.1, dato che il giornalismo 2.0 ha riguardato semplicemente, si fa per dire ovviamente, il passaggio dalla carta al digitale.
Ebbene questo passaggio è avvenuto, lo abbiamo sperimentato e ne abbiamo apprezzato vizi e virtù; ma poi è stato superato da qualcosa partorito da lui stesso. Dalla necessità di scalzare gli altri competitor.
Oggi chiunque si appresta a scrivere un articolo per il web non può non tenere a mente questa esigenza. Ecco perchè il mestiere del giornalista per il web è profondamente mutato. La SEO ha stravolto radicalmente quello che un tempo era un lavoro editoriale, rendendolo forse meno artistico e probabilmente più tecnico.

Fattori Tecnici di Scrittura da Valutare

Fin qui la teoria. Ma poi, come in ogni cosa, è necessaria la pratica. Ed allora, come fare tecnicamente a scrivere un buon testo per il web, tenendo in considerazione l’aspetto del traffico organico?
Fermo restando che una ricetta universalmente valida non esiste, anche perchè se esistesse la utilizzerebbero tutti e non se ne verrebbe a capo, alcuni fattori squisitamente tecnici da valutare ci sono.
Senza tornare su accortezze tecniche ormai note, quali l’uso dei grassetti, l’importanza di dividere il testo in paragrafi (h2…h3 ecc….) e di utilizzare al meglio i tag ‘title’ e ‘description’, ci sono due aspetti sui quali vorremmo qui focalizzarci.
Iniziamo con una domanda che spesso ci si pone e che ha ricevuto molte risposte. La maggior parte della quali sbagliate. Quante volte devo ripetere una parola chiave all’interno di un testo?

Keyword Density: Quante Volte Ripetere la keyword?

Negli anni passati la tendenza era stata quella di tentare di inserire il più possibile la keyword di riferimento nel testo. Cosa che nel tempo Google ha iniziato a mal digerire. Oggi comportamenti simili possono portare anche a penalizzazioni da parte di big G in quanto identificati con il termine di keyword stuffing. Ovvero, imbottire artificialmente un testo sperando così di emergere su quella keyword. Quindi pratica ‘spammosa’.
Niente di più sbagliato oggi come oggi; eppure c’è chi ancora opera in questo modo. La domanda a questo punto, per citare qualcuno assai noto, sorge spontanea: quante volte devo ripetere la parola chiave nel mio testo? Non esiste un numero giusto nè vi è una percentuale perfetta come spesso si legge in giro. Il giusto numero di volte per ripetere una keyword lo decide…il lettore. Non esiste quindi una keyword density ottimale.
Non scordiamoci mai che il nostro obiettivo è quello di scrivere per il lettore. E Google è oggi in grado di capire se stiamo operando in questa direzione. Quindi dicevamo, il giusto numero di volte va scelto ragionando in ottica di chi leggerà: dobbiamo controllare il nostro testo e domandarci: “se io leggessi questa pagina per la prima volta, mi accorgerei di un termine ripetuto più volte rispetto ad altri? Noterei qualcosa di artificiale?”
Ecco, poniamoci questo quesito e riusciremo a sapere quante volte dobbiamo inserire una parola chiave in un testo. L’articolo scritto deve risultare scorrevole alla lettura, gradevole e senza fastidiose ripetizioni. Il lettore apprezzerà. E, di conseguenza, anche l’MDR.

Semantica e altri Trucchi da Web Writer

Veniamo ad un altro aspetto estremamente tecnico che viene spesso tirato in ballo quando si parla di scrittura per il web: la semantica. Non spaventiamoci, questa non nasconde nulla di pericoloso.
Per chi ha condotto studi classici tornerà alla mente il concetto legato alla branca della linguistica indicante la scienza che studia il significato delle parole, sia singole che nelle frasi.
Ecco, il concetto trasposto sul web si basa su qualcosa di simile. Partiamo da un presupposto: Big G. nell’analisi di una pagina è capace ormai di ragionare per campi semantici. Ovvero, va a scandagliare tutti i campi semantici affini presenti nella pagina per vedere se c’è una effettiva corrispondenza. Questo perchè le ricerche degli utenti si sono affinate e i search engine hanno agito di conseguenza.
Oggi quindi, a contare non è più solo e soltanto la chiave ‘secca’, ma anche tutto ciò è correlato. A cosa porta tutto questo? Ad un’ulteriore evoluzione degli MDR in grado ormai di ragionare non più soltanto su keyword esatte, ma su interi concetti.
La semantica va a perfezionare l’esattezza delle ricerche perchè implica la capacità dei motori di ricerca di comprendere realmente la necessità dell’utente e i suoi bisogni di ricerca; ciò avviene grazie ad una attenta analisi dei contenuti di testo ‘scandagliando’a fondo ciascun termine presente nella pagina per fornire una Serp composta soltanto da risultati più rilevanti.

Intercettare la Richiesta degli Utenti

Ribaltando l’ottica, chi scrive un contenuto di testo per il web e voglia tenere in considerazione l’aspetto semantico deve, in fase di scrittura, tenere conto di tutte quelle correlate semanticamente.
Per fare questo ci si deve, come sempre, identificare nell’utente e chiedersi cosa potrebbe essere utile per la sua ricerca. Intercettare la sua domanda latente, ciò che vorrebbe chiedere interrogando Google ma che non è in grado di fare. E questo perchè una Serp efficace deve sempre rispondere in modo completo ad un’esigenza dell’utente su un dato argomento.
Per fare un esempio, se un utente sta cercando informazioni relative all’acquisto di un’automobile, potrebbe essere interessato anche a stipulare un’assicurazione; ad un servizio di assistenza e ricambi; ad una autorimessa e via discorrendo.
Ecco allora che per dar vita ad una pagina completa in grado di rispondere a 360 gradi alla richiesta dell’utente è fondamentale riuscire a intercettare la sua domanda; capire cosa sta cercando; cosa potrebbe essergli utile; cosa avrebbe voluto cercare pur senza scriverlo direttamente.
Il tutto sempre partendo da concetti legati semanticamente, come nel caso dell’esempio di cui sopra di automobili, assicurazioni per auto, pezzi di ricambio per auto ecc…

Scrivere per il Web in Piena era SEO

Ecco perchè scrivere contenuti di testo per il web è un mestiere a parte che ha portato cambiamenti epocali nelle penne (o forse sarebbe il caso di dire nelle tastiere) di chi lavora con la scrittura.
E ciò riguarda anche il giornalismo; oggi quando ci si approccia a un colloquio di lavoro per un giornale online, che sia anche grosso e dal nome altisonante, la domanda che ci si sente rivolgere è sempre la stessa: hai dimestichezza con il web e con il SEO copywriting?
Anche i grandi gruppi editoriali hanno vissuto questo cambiamento e si sono adeguati. La maggior parte dei giornalisti anche, pur se a fatica. Vi sono poi alcuni ‘irriducibili’ che sono rimasti attaccati a un modello classico di scrittura e non hanno mai accettato le nuove dinamiche imposte dal web.
Che poi, senza entrare troppo nello specifico tecnico, la differenza è soprattutto una; e sta nel concetto di semplicità. Il web è chiarezza, immediatezza e semplicità. Scrivere un testo per la rete significa tenere da conto questi parametri.

Semplicità Prima di Tutto

Può sembrare un paradosso, ma se si è scrittori raffinati, dallo stile elegante e ricco di abbellimenti e fioriture… la cosa ci si può rivoltare contro. Meglio uno stile chiaro, concreto, ricco di contenuti ma che, nella forma e nella sostanza, sia estremamente semplice.
La rete è immediatezza; chi naviga si aspetta di trovare il prima possibile ciò che sta cercando e non vuole perdersi tra troppi fronzoli. E i motori di ricerca, sono in grado ormai di premiare contenuti scritti pienamente in ottica lettore che tengano conto delle sue esigenze. Che siano chiari, semplici, diretti, originali, di qualità e arricchiti da espedienti tecnici come quelli sopra elencati.
Se si vuole dar sfoggio di uno stile di scrittura ricco di fioriture, elegante, raffinato…. meglio farlo al di fuori dell’ambito web. Il pericolo è di non essere capiti nè apprezzati dalla rete. E, di conseguenza, di non essere trovati sui motori di ricerca.

Pierfrancesco Palattella: sono giornalista per il web, fondatore e direttore dal 2009 del giornale online libero e indipendente La Vera Cronaca. Dal 2011 mi occupo di scrittura per il web e consulenza attraverso il mio progetto Professione Scrittura.

Pierfrancesco Palattella

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